Estrasse qualcosa, che riparò subito dalla pioggia battente. Strinsi gli occhi cercando un guizzo, un indizio, magari un sintomo, ma non riconobbi nulla. L’uomo se ne stava lì impalato, sotto allo scroscio d’acqua, intento a osservare l’oggetto misterioso, quasi conservasse il potere di renderlo estraneo. Chiuse gli occhi, questo lo vidi bene, poi tornò a fissare la cosa.
Sentii il desiderio, persino impellente, di raggiungerlo e strappargli dalle mani il segreto.
Ma la pioggia mi bagnava i capelli, il cappello, la pelle. Non volevo sparire dalla faccia delle buone maniere.
Forse anche l’oceano, ha smarrito la sua strada, come lui, e sulle onde dei suoi capelli, ricorderò la neve di Marzo, custode della Primavera del mio amore.
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