giovedì 22 novembre 2012

Cambiamento

Lei si avvicinò alla porta d’ingresso.
Delicatamente prese il soprabito, lo stesso soprabito che aveva la sera del nostro incontro, si avviò all’uscita. Uscendo la sua immagine si riflesse, ancora, nello specchio dell’ingresso.
Nello specchio, il volto di una donna triste. Una tristezza inespressiva e opaca le aveva irrigidito le labbra. Cosa le era accaduto? Nulla, apparentemente. Lei aveva atteso che qualcosa cambiasse.
Atteso, come se l’attesa avesse il
potere di sospendere il tempo o di renderlo reversibile.  
Un uomo la stava guardando con insistenza. Ero io.
Lei abbassò lo sguardo.
Uscì.
Restai fermo. Non mi mossi. Non dissi una sola frase. Mi sentivo stanco e disarmato. Non avrei ottenuto nulla se le avessi parlato, se l’avessi seguita.

^Se si vuole essere sicuri di tutto, bisogna accontentarsi di storie corte. Di legami delimitati chiaramente, riconoscibili, con un inizio, un mezzo e una fine. Dopo si ricomincia. Uguale ma con qualcun altro. Viene definita una vita piena di avventure, ma in realtà più che avventurosa è una vita in serie. ^ Eric-Emmanuel Schmitt da Piccoli crimini coniugali

....è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.

sabato 17 novembre 2012

In equilibrio sulla melodia

Come neve che vola,
fragile
ma determinata guerriera.
Imparare.....
a fidarsi delle proprie capacità.....

Imparare.....
a crederci.
Imparare....
a danzare con la spada.

Imparare dai silenzi,
dalla solitudine,
dalla malinconia,
dall'impotenza,
dall'indifferenza.

Ascoltare.....
una parola susurrata appena,
una frase accennata,
un armonia dissonante suonata dall'anima.
Ascoltare,
ascoltarsi.

venerdì 16 novembre 2012

Mare

^Questa sabbia ci sorprende
fra estuario e sole
in piena metamorfosi.
Evidente il diaframma
fra noi e gli altri
che non sanno il mare
oltre la grazia effimera
del suo manto.

Ma la vita è questo istante
che non ha domani
e l'ombra influente
e gli antichi richiami
dei volti perduti
per sempre^

Roberto Veracini da "La ragazza in bianco", Cesati editore, 1985

lunedì 12 novembre 2012

Pioggia

Estrasse qualcosa, che riparò subito dalla pioggia battente. Strinsi gli occhi cercando un guizzo, un indizio, magari un sintomo, ma non riconobbi nulla. L’uomo se ne stava lì impalato, sotto allo scroscio d’acqua, intento a osservare l’oggetto misterioso, quasi conservasse il potere di renderlo estraneo. Chiuse gli occhi, questo lo vidi bene, poi tornò a fissare la cosa.
Sentii il desiderio, persino impellente, di raggiungerlo e strappargli dalle mani il segreto.
Ma la pioggia mi bagnava i capelli, il cappello, la pelle. Non volevo sparire dalla faccia delle buone maniere.

Forse anche l’oceano, ha smarrito la sua strada, come lui, e sulle onde dei suoi capelli, ricorderò la neve di Marzo, custode della Primavera del mio amore.

sabato 10 novembre 2012

Duende

Lei è il duende: lo spirito che nella cultura spagnola emoziona ed arriva al cuore.

C?è una donna. indossa una gonna nera che scopre il ginocchio. In sottofondo musica gitana sempre più cupa.
lei è puro ritmo: è sangue.
la stanza intorno a lei si trasforma. diventa vento e turbine di foglie colorate e brillanti.
lei è flamenco, ha un’altra carne. quando balla è la sua passione:

ha un’altra anima, un’altra pelle, altri istinti e desideri.
ha il destino nella coscienza, la musica nei nervi, fierezza ed indipendenza, allegria con lacrime; dolore ed amore che incupisce.
odia la routine ed il metodo che castra.
si immerge nelle parole, nell’acqua, nel ballo, nel vino e nei baci. trasforma la vita in un’arte sottile, capricciosa e libera.
non accetta le catene della mediocrità, si gioca tutto in una scommessa.
assapora, si dà, sente, vive.
per lei conta solo l’intensità dell’espressione.
l'arte non vale nulla senza la forza interpretativa.
a lei non piace solo bellezza estetica. considera bello anche ciò che ad un "profano" può risultare brutto o addirittura grottesco.
nei suoi "tacchi" c’è la sincerità espressiva, generosità ed alienazione.

...."Per cercare il duende non v'è mappa né esercizio. Si sa soltanto che brucia il sangue come un topico di vetri, che prosciuga, che respinge tutta la dolce "geometria" appresa.. che rompe gli "stili".

venerdì 9 novembre 2012

Restare

Il dolore che provava, forte, in mezzo al petto, la lasciava senza respiro. Era come una fitta che contemporaneamente le strizzava il cuore, espandendosi sino alla gola lasciandole un senso di angoscia che proprio non sapeva come controllare.
Era seduta sul suo divano, la televisione spenta, la radio…anche. Non c’era molta luce nella stanza ma lei riusciva a vedere con chiarezza tutto quanto.
I suoi pensieri erano lì, davanti a lei, come una parata di soldati. Rassicurante da una parte e che incute timore dall’altra.
Era di fronte ad un bivio, ma sapeva cosa fare. Tutto, a quel punto, era chiaro dentro di lei.
Ora sapeva esattamente dove andare, o, per meglio dire, sapeva quale era la decisione più giusta da prendere. Il bivio stava diventando sempre di più una strada senza traverse. Che le piacesse o no, quello era.
La realtà, sbattuta in faccia così, nuda e cruda, certo non le piaceva: rientrata “in patria” ad attenderla c’era sicuramente un “semi nuovo inizio”.
Ecco da dove veniva quel senso di angoscia che la coglieva di soprassalto nei momenti più impensati. Ma era davvero necessario ed arrivati a questo punto non poteva più fare finta di niente né tanto meno negare a se stessa la realtà e le responsabilità cui solo lei poteva far fronte.
L’aria, fuori, stava diventando più fresca, le tende si muovevano gonfiate dal leggero vento che soffiando portava con se “aria di pioggia”.

mercoledì 7 novembre 2012

La risacca

E tutto insieme,
tutte le voci, tutte le mete, tutti i desideri, tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male, tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire,
era la musica...
della vita.
Perchè
..importante è il percorso per arrivare a scoprire la verità,
non il risultato.

 

"Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono.
E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita.
Ci sono gli attori.
E ci sono i funamboli.
"

sabato 3 novembre 2012

Faro

Alzo gli occhi e osservo l’azzurro lucente di questa giornata
e mi chiedo dove finiscano le braccia del mare e dove inizino quelle del cielo.
Uno sfondo che si muove...
E non servono occhiali magici per sentirsi parte di queste quinte teatrali.
Penso e tengo tutto dentro questa testa....
e introduco un foglio bianco nella fenditura di un pezzo d’acero, dando la possibilità alla natura pulsionale di trovare il mio atto creativo...
Un foglio su cui soffiare… un sorriso, per donargli vita.